Venerdì
Efficienza energetica: in Gazzetta il decreto attuativo
Come funziona il Fondo
per l'efficienza energetica e a cosa serve? Quali vantaggi per il cittadino e
le imprese? Pro e contro di uno dei capitoli più importanti della finanziaria
2018.
È entrato in vigore il 7 marzo 2018 il decreto 22 dicembre
2017 sulle “Modalità di funzionamento del Fondo nazionale per l’efficienza
energetica”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.54 del 6 marzo 2018, che
individua le priorità, i criteri, le condizioni e le modalità di funzionamento,
di gestione e di intervento del Fondo nazionale per l’efficienza energetica.
Questo strumento si inserisce tra le misure per l’efficienza
energetica che l’Italia ha adottato per conseguire gli obiettivi di risparmio
energetico indicati nella Strategia Energetica Nazionale. Sarà operativo ENTRO
60 giorni dall’entrata in vigore con la pubblicazione delle regole applicative
per la presentazione delle domande.
Per l’avvio della fase operativa, si potrà contare su 150
milioni di euro già resi disponibili dal Mise, che destinerà anche un ulteriore
introito annuale di circa 35 milioni nel triennio 2018-2020.
Fondo per l’efficienza energetica,
come funziona e come viene finanziato
Il meccanismo della detrazione di parte delle spese
dall’IRPEF del proprietario, per migliorare le prestazioni degli edifici, è
attivo dagli anni 80; a partire dal 1998 è stato esteso e indirizzato
specificamente al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici
stessi.
La legge di bilancio 2018 ha integrato e in parte modificato
le condizioni di accesso ai benefici fiscali per l’efficienza energetica degli
edifici. Nel dettaglio, gli interventi su infissi, schermature, caldaie a
biomassa e caldaie a condensazione hanno una detrazione del 50%; pompe di
calore, coibentazioni, microcogeneratori, solare e automazione hanno una detrazione
del 65%; sono infine previsti interventi condominiali con detrazione al 70%,
che sale al 85% se collegati alla riduzione del rischio sismico.
Motivazioni delle agevolazioni
Si vogliono favorire le famiglie che, in Italia, per circa
il 75% sono proprietarie di immobili; si vuole favorire l’impiego dei loro
risparmi per interventi manutentivi, specie in un periodo di crisi della
produzione e di diminuzione degli investimenti, quando le famiglie sono portate
naturalmente a rinviare le spese, aggravando così la crisi dell’occupazione. Si
vuole anche favorire la crescita delle piccole imprese fornitrici del settore
edile e la loro uscita dal lavoro non formalizzato o in nero. Poi, dagli anni
2000, si sono aggiunte le motivazioni energetiche, gli impegni presi per la
riduzione dei consumi di energia primaria e per una quota crescente di utilizzo
di fonti rinnovabili.
Gli effetti delle detrazioni sul
mercato
I risultati complessivi per il triennio 2014-2016 indicano
che sono stati effettuati circa un milione di interventi con spesa di 9,5
miliardi di Euro, con una riduzione dei consumi prevista dell’ordine di 3.282
GWh/anno.
Se si fanno interventi tuttavia è il mantenimento in valore
del bene immobiliare il parametro più importante. L’analisi delle tecnologie
impiegate conferma questa lettura, infatti metà degli interventi, con quasi la
metà della spesa, hanno riguardato la sostituzione degli infissi; i nuovi
infissi sono molto apprezzati oltre che per l’eliminazione degli spifferi (non
misurati e non valutati a progetto) anche per la protezione dai rumori e per
l’eliminazione della condensa sui vetri.
L’insieme delle detrazioni sull’IRPEF non sembra comportare
un peso per il bilancio dello Stato, infatti, già valutazioni semplificate,
confermate da un ponderoso studio CRESME, indicano che lo Stato recupera, con
la fiscalità sulle forniture e sul lavoro e con i versamenti INPS, l’IRPEF
persa; la diminuzione dei consumi comporta una diminuzione del gettito delle
accise, almeno in parte compensato dal miglioramento della bilancia dei
pagamenti.
L’apertura ai condomini, con una detrazione più elevata e
con la possibilità di cessione del credito, è una novità non ancora valutabile in base
ai risultati.
I "contro" della manovra
Purtroppo è mancato l’uso della massa di dati ottenuti e ben
classificati per informare i cittadini sui costi delle tecnologie per favorire
l’abbassamento dei costi specifici.
Altro punto critico riguarda gli aspetti di qualità degli
interventi; si sono chieste le certificazioni energetiche dei componenti,
promuovendo lo sviluppo della manifattura, ma non si è avviato nessun processo
di qualificazione degli artigiani installatori (infatti non è prevista alcuna
attività di controllo sulle realizzazioni effettive e sulla qualità delle
installazioni; ad esempio un punto critico nell’installazione degli infissi,
generalmente di qualità molto più elevata che in passato, è la mancata cura
nella sigillatura degli spazi fra telaio e strutture murarie).